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giovedì 12 settembre 2019

Le competenze chiave per colmare lo skills gap nell’era tecnologica secondo IBM (fonte: Forbes)

Nel corso della storia economica, lo sviluppo e la crescita dell'economia sono stati possibili grazie al talento di uomini che hanno stimolato, con le loro idee ed iniziative, innovazione e progresso. E' innegabile che le capacità e le abilità delle persone contribuiscono alla crescita economica, ma le attuali perturbazioni economiche e di mercato,  i significativi cambiamenti demografici e climatici in molti paesi, un dirompente sviluppo della tecnologia stanno velocemente cambiando il mercato del lavoro. 

Nella ricerca dei talenti da inserire in azienda continuano ad emergere nuove esigenze relativamente alle competenze richieste dalle organizzazioni per fronteggiare i nuovi scenari con la flessibilità necessaria. Le competenze digitali certamente rimangono vitali, ma sempre di più vengono richieste le competenze trasversali. Inoltre, l'acquisizione di nuove competenze richiede un periodo di formazione e assorbimento spesso troppo oneroso da sostenere per le organizzazioni, sia in termini di tempo che di costo.

Il risultato è un'incombente carenza di talenti a livello globale.  

"Se nel 2016, i dirigenti avevano classificato le capacità tecniche fondamentali per lo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e le competenze di base di computer e software/applicazioni tra le prime due competenze più critiche per i dipendenti, nel 2018, le due principali abilità ricercate sono state le capacità comportamentali: la volontà di essere flessibile, agile e adattabile al cambiamento e le capacità di gestione del tempo e di stabilire le priorità. Inoltre, per mantenere la leadership di mercato, le competenze trasversali necessarie oggi sono: la capacità lavorare in gruppo, la capacità di problem solving, creatività e capacità di innovare, etica e integrità."

Nell'articolo pubblicato su Forbes viene presentato lo studio condotto dall’Institute for Business Value di IBM  The enterprise guide to closing the skills gapbasato su interviste fatte a 5.670 dirigenti in 48 paesi e le strategie di IBM per colmare lo skills gap.






lunedì 8 ottobre 2018

Le competenze richieste dalle aziende nell'Era Digitale


https://www.ilsole24ore.com/art/management/2018-07-27/time-management-e-analisi-dati-ecco-competenze-cui-investire-173310.shtml?uuid=AEU2WNTF

https://www.corrierecomunicazioni.it/lavoro-carriere/competenze/data-mining-e-time-management-ecco-le-skill-piu-richieste-dalle-aziende/

In questi due articoli del Sole 24 Ore e del Corriere delle Comunicazioni vengono riportati i risultati della ricerca "Top skill 2018" fatta nei mesi scorsi da LinkedIn. Quello che è emerso, e che ci preme evidenziare, è che nelle aziende, in questi ultimi 40 anni, nonostante il progresso tecnologico e l'adeguamento della terminologia,  le esigenze sono rimaste le stesse.

Dal punto di vista tecnico, si è parlato prima di strumenti per il Groupware, successivamente di tutti quegli applicativi per la knowledge sharing, sviluppati nella fase dell'eBusiness, periodo in cui sono cambiati e si sono rivoluzionati i rapporti tra le imprese.

[ per un approfondimento vedere anche http://www.quattroemme.it/lo-scenario/  - http://www.quattroemme.it/attivita/ - http://www.quattroemme.it/la-nostra-storia/ ]

L'esigenza di maneggiare la conoscenza aziendale, fatta oggi di una mole di dati impressionante, ma anche di tutto il "sapere" posseduto dai dipendenti aziendali,  spinge le organizzazioni a dotarsi di una tecnologia sempre più abile nelle attività di ricerca, aggregazione, archiviazione, analisi e distribuzione delle informazioni che servono. Questo si tramuta necessariamente nell'adozione di competenze sempre più difficili da trovare, sia tecniche, che trasversali, come sono comunemente definite perché applicabili in vari ambiti lavorativi e di vita, che vengono elencate negli articoli, così come descrivono i contenuti della ricerca.


mercoledì 16 maggio 2018

"L’azienda di successo sarà più collaborativa e meno gerarchica"

Sul Sole 24 Ore è stato pubblicato un articolo di Gianni Rusconi relativo ai risultati di una doppia ricerca condotta da Asterys e ResearchNow "Organization 3.0. L'azienda del futuro", che ha visto coinvolti vari livelli aziendali, dai Ceo agli impiegati, di multinazionali attive in Europa ed USA. 

Quello che è emerso dalla ricerca è che tra i fattori di crescita aziendali, sono considerati fondamentali: la collaborazione tra i team, la decentralizzazione decisionale, una minore gerarchizzazione e una maggiore autonomia, l'accesso alle informazioni aziendali utili, un reale smart working, la cura della relazione con tutti gli stakeholder dell'azienda, il cambiamento  delle valutazioni delle performance individuali. 

Nell'attuale tendenza causata dalla digital innovation che porta le aziende a ripensare processi e focalizzazioni di business, rimane quindi importante la struttura delle relazioni umane che le caratterizzano e ne definiscono l'organizzazione sottostante. 

Per la lettura dell'intero articolo: 



giovedì 26 novembre 2009

Le fasi per la realizzazione di un progetto di Business Knowledge Management

Un progetto di Business Knowledge Management prevede un approccio per gradi con una forte spinta che parta dai vertici aziendali e che guardi all’organizzazione sia nei singoli elementi che la compongono, sia nei processi, nei flussi comunicativi, di scambio e nelle relazioni che l’attraversano.

I momenti salienti per realizzarlo possono essere individuati in:
  1. Analisi delle esigenze e delle motivazioni di fondo;
  2. Analisi della struttura organizzativa;
  3. Definizione degli obiettivi di progetto, secondo una pianificazione step by step che sia anche lungimirante;
  4. Individuazione dei benefici attesi e del ROI – Return On Investment per ogni singola area di intervento e nel complesso;
  5. Valutazione dell’impatto organizzativo;
  6. Individuazione della soluzione;
  7. Descrizione della soluzione, tendenzialmente finalizzata alla creazione di un virtual workspace che sia composto da strumenti collaborativi, di analisi e di raccolta e gestione dei dati, quali ad esempio:
    - strumenti di comunicazione sincrona e asincrona (ad es. posta elettronica, instant messaging, forum);
    - un sistema di posta elettronica che sia al contempo collaborativo e integrato all'interno della piattaforma di gestione del knowledge aziendale;
    - un sistema di gestione, archiviazione e stroicizzazione degli allegati di posta elettronica (in genere documenti di rilevanza aziendale che spesso vengono archiviati secondo criteri personali in cartelle non condivise);
    - un sistema di document e content management che rispetti i workflow relativi alla redazione, approvazione e pubblicazione dei documenti, che sia flessibile e strutturato in modo da poter essere configurato per trattare tutte le tipologie documentali;
    - un sistema di protocollazione della corrispondenza in entrata, in uscita, interna, di fax, di e-mail, dei documenti anche contenuti in pratiche;
    - un corporate portal, inteso nell’accezione più evoluta del termine, punto di accesso dell'Intranet aziendale;
    - un virtual desk, ambiente di lavoro personale dove sia possibile accedere a tutti gli strumenti collaborativi e applicativi secondo un accesso personalizzato;
    - un motore di ricerca testuale e semantico, che agisca su tutto il patrimonio aziendale e sulle risorse esterne;
  8. Definizione di un piano di comunicazione interna, mirato a promuovere un intervento di tipo “educativo” che agevoli il nuovo modus operandi;
  9. Definizione di interventi di tipo “formativo”, mirati allo sviluppo di competenze manageriali e "trasversali" per gestire il cambiamento e di competenze tecniche per l’utilizzo dei nuovi strumenti.