La digitalizzazione dei processi,
la creazione e definizione delle e-Corporation è iniziata con l’implementazione
di architetture per l’e-Business. Nell’ Economia dell’Informazione l’IT ha
fortemente influenzato e determinato il cambiamento organizzativo e dei
processi aziendali. L’adattamento delle organizzazioni complesse agli scenari
imposti dall’avvento della Rete come infrastruttura per poter attuare e
realizzare i propri obiettivi di business, ha comportato l’elaborazione di
modelli diversi da quelli tradizionali, la formulazione di nuove strategie
gestionali, l’individuazione di tattiche mirate a creare un ambiente integrato
e interconnesso. A livello macro, la Technological Disruption spinge a creare
ecosistemi di business, modificando le tradizionali strutture industriali ed
economiche e le relazioni che intercorrono tra i vari operatori e soggetti che
ne fanno parte.
Il vero vantaggio competitivo
delle organizzazioni, nell’evoluzione di un mercato liquido governato da
incertezza e instabilità, risiede nella “conoscenza” posseduta dalle persone
che ne fanno parte, in quella che passa nei processi aziendali, che risiede nei documenti e nei sistemi e rappresenta uno dei valori intangibili delle imprese.
Gestire le attività e i processi
aziendali tramite soluzioni ICT (Information and Communication Technology) significa
poter identificare, raccogliere, trattare, conservare e rendere accessibile
la conoscenza delle organizzazioni, al fine di metterla al servizio dello
sviluppo del business.
Il Knowledge Management, disciplina
e approccio per l’implementazione di forme organizzative che puntano all’innovazione
e vogliono mantenersi competitive, si realizza attraverso tre cardini
fondamentali: le Persone, i Processi, la Tecnologia. I progetti di KM si
concentrano su chi possiede la conoscenza che all’organizzazione interessa
recuperare e rendere utile ai fini delle decisioni strategiche aziendali; ne
disegna il percorso ai fini della creazione di un circolo virtuoso di creazione
di nuova conoscenza sulla base di quella acquisita, opportunamente elaborata;
individua a chi va somministrata; individua le aree di appartenenza, le varie
funzioni aziendali che devono potervi accedere; definisce l’ambito
contenutistico, come gestirlo e come questo arricchimento informativo potrebbe
impattare sull’organizzazione; individua quali mezzi o sistemi di trasmissione, ricezione,
immagazzinamento ed elaborazione dei dati e delle informazioni risultano adeguati
al contesto di riferimento.
Il KM prevede quindi lo sviluppo
di sistemi che agevolino la collaborazione per facilitare lo scambio delle
informazioni e che consentano di trattare tutti i dati con i quali l’organizzazione
viene a contatto, strutturati e non strutturati, provenienti da più fonti, disponibili
in più formati, attraverso attività di Big Data Analytics e rielaborazioni di
Business Intelligence per la creazione di Decision Support Systems.
Affinché il dato e l’informazione
possano diventare conoscenza bisogna da una parte creare l’infrastruttura
adeguata, progettando piattaforme architetturali che prevedano un ambiente
coerente e integrato, dall’altra aver promosso e diffuso una cultura della
condivisione del sapere all’interno dell’organizzazione secondo metodologie e
strumenti di Knowledge Sharing.
Nella Knowledge Economy le
organizzazioni perseguono una strategia di Digital Innovation, processo nel
quale la tecnologia offre nuove mezzi, nuove soluzioni e modalità operative che
configurano modelli organizzativi mirati a creare la Knowledge & Social Organization.
Le tecnologie digitali, infatti, hanno cambiato il modo di operare delle
imprese e di relazionarsi con il loro ambiente di riferimento, esterno ed
interno.