martedì 11 dicembre 2012

Archiviazione elettronica come gioco di squadra


Un altro interessante articolo della Dott.ssa Rosangela Muscetta, knowledge worker, formatrice d'aula, blogger e redattrice in ambito tecnologico-informatico, pubblicato su Info Oggi

http://www.infooggi.it/articolo/archiviazione-elettronica-come-gioco-di-squadra/34417

venerdì 30 novembre 2012

Le reti globali tra coscienza e conoscenza


L'articolo della Dott.ssa Rosangela Muscetta, knowledge worker, formatrice d'aula, blogger e redattrice in ambito tecnologico-informatico, pubblicato su InfoOggi

http://www.infooggi.it/articolo/le-reti-globali-tra-coscienza-e-conoscenza/33853

martedì 10 aprile 2012

La dimensione “social” delle organizzazioni post moderne


Da tempo si parla della necessità di “trasformare” le organizzazioni in una forma che le connoti come Enterprise 2.0. Questa necessità è strettamente legata all’evoluzione delle tecnologie che ha comportato anche una evoluzione delle modalità comunicative tra le persone.

Le organizzazioni sono fatte di processi, infrastrutture, ma soprattutto di persone. E sono proprio queste a determinare la spinta al cambiamento. Il web 2.0 è il web partecipativo, bidirezionale, interattivo e rappresenta lo strumento più adeguato per modellare e adattare ad un contesto incerto e liquido (Bauman) un modello di organizzazione “morbido” e flessibile, costruito non da "addetti", ma da knowledge workers, detentori di quella conoscenza che rappresenta la linfa vitale delle organizzazioni.

L’Enterprise 2.0 (Knowledge Organization) si dota di strumenti per raccogliere questa conoscenza e trattarla opportunamente al fine di perseguire gli obiettivi di business, ma soprattutto sposa una cultura che abilita questo cambiamento fino a farlo entrare nel DNA delle proprie strutture organizzative. Gli strumenti sono, quindi, il meccanismo che abilita la creatività sprigionata dalle persone che mettono a fattor comune il loro sapere, attraverso un'interazione che avviene in modalità collaborativa.

Essere una “Social Organization”, come ha osservato Gartner in un recente Simposio IT che si è tenuto a Barcellona, non significa sperimentare tools di social media come Facebook o Twitter, ma significa imparare ad utilizzare i contributi che emergono dall’uso consapevole delle grandi piattaforme per i social media. È la collaborazione di massa che, come l’esperienza di questi anni comincia a dimostrare con chiarezza, va ben oltre i tradizionali perimetri aziendali e coinvolge sempre più spesso dipendenti, clienti, fornitori, azionisti, tutti (almeno in teoria) impegnati direttamente a generare valore. L’anello debole resta la trasformazione delle opportunità offerte dalla collaborazione in concreti risultati di business.

Gartner ha sintetizzato le azioni chiave in un set di scelte, che si riassumono in sei fasi:

1 - innanzitutto la vision, la necessità cioè di immaginare e descrivere il progresso atteso in un contesto collaborativo,

2 - seguita dalla strategia che permette di trasformare la collaborazione da attività sporadica e a rischio ad attività sinergica dei processi di business, misurabile come tutte le altre attività.

3 - Poi l’informazione, per rendere partecipi le persone coinvolte; non basta più fornire loro la tecnologia necessaria, è fondamentale informare e motivare.

4 - Conclusa questa prima, articolata fase si entra in ciò che potremmo definire la “produzione”: costruire cioè un ambiente collaborativo, convincendo a partecipare tanto i clienti che i dipendenti;

5 - monitorare e partecipare alla vita delle community,

6 - infine rispondere creativamente alle sollecitazioni che emergono, modificando il contesto organizzativo per meglio supportare la collaborazione tra comunità.

La visione post moderna dell’azienda Customer Centric si traduce così in un modello più orientato alla community, passando dalla fruizione individuale della tecnologia, tipica degli anni ruggenti della consumerization, alla fruizione “collaborativa e comunitaria” degli anni dei social media.

giovedì 26 gennaio 2012

Diamo all'Italia un'Agenda Digitale


Dal sito http://www.agendadigitale.org

Circa un anno fa nasceva agendadigitale.org il movimento spontaneo costituito da 100 sottoscrittori volontari che diffuse il messaggio attraverso l'acquisto di una pagina pubblicitaria sul Corriere della Sera. Influencer, giornalisti, imprenditori, artisti, manager, professori universitari si riunirono nell'appello alle forze politiche per sottoscrivere un'agenda digitale e far fronte alle difficoltà di sviluppo della rete Italiana. Sembrava una cosa fuori dal tempo e in quel momento irrealizzabile. In questi giorni le iniziative di governo sono volte a colmare questo vuoto istituzionale e a breve vedremo la prima agenda digitale Italiana. Questi sono i sottoscrittori dell'iniziativa, persone che siglarono individualmente questo patto di impegno e volontariato verso la società civile. Un movimento spontaneo mosso da un unico obiettivo, contribuire allo sviluppo digitale Italiano.

Diamo all'Italia una strategia digitale. Oggi come un anno fa:

http://www.agendadigitale.org/sottoscrittori